
Ma le transumanze potrebbero riservare ancora qualche sorpresa nelle prossime ore, in questo fermento da preparazione delle liste, che vanno chiuse entro il 20 febbraio. Anche nelle altre province, la sindrome da cambio di casacca potrebbe colpire, per esempio, gente come Antonio Scalera, capogruppo dei centristi, e Carlo Laurora, vice capogruppo Udc, tentati da un rientro all’ovile nel Pdl, a fianco di Rocco Palese.
Ci sono anche dei riposizionamenti interni alla propria coalizione, col semplice cambio di partito, ma rimanendo sempre nello stesso schieramento: accade ad Aurelio Gianfreda, consigliere regionale uscente e rieletto anche alla provincia di Lecce, che abbandona i Socialisti autonomisti dell’ex assessore indagato, Alberto Tedesco, per tentare di tornare a Viale Capruzzi, con l’Idv di Di Pietro.
Per il Pd leccese, dovrebbero correre sia Antonio Rotundo che il segretario regionale Sergio Blasi, mentre nel tarantino sembra lanciato Michele Mazzarano e nel barese, spazio all’imprenditore, Gerardo Degennaro. Nella lista del presidente Vendola, un posto riservato anche a Carlo Salvemini, l’ex Pd, che aveva detto addio al partito proprio per difendere il governatore nella corsa alle primarie. E a proposito di liste e della loro composizione, interviene il segretario provinciale del Pd, Salvatore Capone, che torna a parlare di consultazione dei circoli per le “scelte cruciali” del partito.
“Sono in corso già da ieri e fino a sabato 13 febbraio, nei 104 Circoli della Provincia di Lecce – spiega Capone -, le assemblee aperte ad iscritti ed elettori del Partito Democratico, dalle quali scaturiranno le indicazioni del territorio per la composizione della lista dei candidati del Pd alle prossime elezioni regionali”.
Tra i criteri indicati si terrà conto della riconoscibilità e radicamento nel territorio, della piena conformità con le norme del codice etico nazionale del Pd, della rappresentanza di ciascun genere in una percentuale compresa tra il 30% ed il 50%, della adeguata rappresentanza della complessità e delle potenzialità del territorio (espressione dei grandi centri ed equilibrio territoriale), del ricambio generazionale e valorizzazione delle risorse giovani del partito, nonché apertura e coinvolgimento di figure rappresentative della società, della rappresentanza delle diverse sensibilità politiche e culturali interne al Pd; inoltre “il Pd pugliese – sottolinea Capone - ritiene utile affermare il principio della ricandidabilità dei consiglieri ed assessori uscenti che abbiano espletato al massimo due mandati di consigliatura, previa valutazione sul mandato svolto. Spetterà poi agli organismi provinciali fare una sintesi dei resoconti pervenuti”.
“È questo, quindi - commenta Capone -, il percorso autenticamente democratico che il Pd ha scelto per l’individuazione dei candidati. Ancora una volta, come per le Primarie, ci rivolgiamo direttamente ai nostri iscritti ed elettori nel momento delle scelte cruciali che riguardano il Partito. Il senso di responsabilità della classe dirigente del Pd rende, in questo modo, concreta la forza del rinnovamento”.
M. B
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