Come fa, infatti, il professor Schirosi a guardare in casa d’altri e non in casa propria, non rendendosi conto che mentre nel centrodestra e nel Pdl in particolare c’è una grande considerazione per Gallipoli, per la sua
storia politica e per i suoi cittadini, nel suo partito la “gallipolinità” viene considerata quasi come un attributo di cui vergognarsi, come una macchia da lavare, come l’onta di un peccato originale.
Mi chiedo come mai una città come la nostra, una città dalla nobile storia e dalla grande tradizione politico amministrativa, sia scomparsa dalle liste del Partito Democratico. Non avevano nessuno da poter candidare nelle loro file? Nemmeno il professor Schirosi che certamente sarebbe stato idoneo a ricoprire l’incarico grazie al suo elevatissimo livello culturale e alla sua invidiabile disponibilità e attenzione per le vicissitudini dei gallipolini?
Se guardo a ciò che avviene nel centrodestra, trovo, invece, motivo di grande orgoglio, poiché nel giusto e fisiologico riequilibrio territoriale delle candidature, la “Città Bella” è tenuta in grandissima considerazione e ad essa si offrono candidati di diversa sensibilità politica che possono aspirare a rappresentare gli interessi della nostra gente. Proprio per questo non soltanto non condivido le affermazioni del professor Schirosi che appaiono essere poco obiettive, troppo di parte e strumentali. E mi candido, con sommessa umiltà, a rappresentare le istanze e i problemi dei cittadini gallipolini non solo di centrodestra ma anche del Pd che, non avendo nessuno a cui fare riferimento, potranno trovare nel sottoscritto un referente attento anche e soprattutto alle loro istanze, nel pieno convincimento che dinanzi ai tanti e gradi problemi della nostra città conta molto poco la provenienza partitica e assai tanto la voglia di fare, ma di fare veramente, per l’intera collettività.
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