martedì 30 marzo 2010

Regionali, Berlusconi amareggiato per la sconfitta in Puglia. Scoppia il caso Fitto Il ministro degli Affari Regionali ha rassegnato le dimissioni. Mezzo Pdl: «Vanno respinte»; «sono da accettare» l'altro mezzo - da www.agenziami.it

Una vittoria della Lega ma anche personale di Silvio Berlusconi. «Questo risultato elettorale è il miglior riconoscimento per l'attività svolta dal Governo, per le prospettive di stabilità del sistema politico e per la possibilità di realizzare, in questa seconda parte della legislatura, le riforme necessarie per l'ammodernamento e lo sviluppo del nostro Paese», spiega il premier che incassa anche i complimenti
del presidente della Camera Gianfranco Fini. Ma una sconfitta frena la gioia del premier ed apre al regolamento di contri interni al Pdl matrice Forza Italia: la vittoria di Nichi Veldola in Puglia. A farne le spese è un esponente della politica meridionalista del pdl, l'assessore agli Affari Regionali Raffaele Fitto che ha rassegnato le dimissioni. Fitto, da molti, è considerato l'artefice della mancata vittoria elettorale in Puglia. Dimissioni autonome» dicono alcuni; «scelta autonoma» spergiurano altri.
La telefonata più significativa ricevuta sul cellulare di Silvio Berlusconi probabilmente è quella del presidente della Camera Gianfranco Fini. Secondo quanto viene riferito, la terza carica dello Stato avrebbe chiamato questa mattina il premier per complimentarsi del risultato delle Regionali. Il riconoscimento del lavoro svolto da Berlusconi è l'attestato più importante dopo le numerose telefonate dei governatori eletti. «Questo risultato elettorale è il miglior riconoscimento per l'attività svolta dal Governo, per le prospettive di stabilità del sistema politico e per la possibilità di realizzare, in questa seconda parte della legislatura, le riforme necessarie per l'ammodernamento e lo sviluppo del nostro Paese», ha dichiarato in una nota Silvio Berlusconi. «Gli elettori moderati si sono riconfermati maggioranza anche nel Lazio nonostante sia stata impedita la presentazione del simbolo del Popolo della Libertà». Un passaggio delle considerazioni del premier è riservato al Carroccio: «L'alleanza del Pdl con la Lega si conferma una robusta forza di cambiamento nelle Regioni più importanti, garanzia del rinnovamento e della modernizzazione del Paese».

La Puglia sullo stomaco del premier
Il Pdl quindi festeggia per la conquista del Piemonte e del Lazio. Ma non cela il rammarico per la Puglia. Fa male agli assidui frequentatori di palazzo Grazioli la netta affermazione di Nichi Vendola, il premier non lo nasconde. A finire sul banco degli imputati il luogotenete regionale Raffaele Fitto, che cinque anni fa dovette arrendersi alla soglia del secondo mandato da governatore proprio in favore di Vendola. Il premier ha mal tollerato la sconfitta di Rocco Palese. Una candidatura che Berlusconi considera «nata male sin dall'inizio», una candidatura «imposta» appunto da Fitto. «La verità è che in Puglia ci siamo fatti abbindolare per mesi da Casini quando si capiva benissimo che non sarebbe mai venuto con noi», spiega Pietro Franzoso, deputato pugliese del Pdl. «Berlusconi ha ragione nell'essere arrabbiato, ma la candidatura del governatore del Pdl in Puglia non poteva che nascere così come è nata. Non poteva essere la Poli Bortone, che otto mesi prima aveva contribuito ad affossare la politica del governo Berlusconi», analizza un altro parlamentare pidiellino, Pietro Vitali.

Le dimissioni dell'ex luogotenente pugliese
Tutte considerazioni che hanno fatto si che Raffaele Fitto si dimettesse da ministro per gli Affari regionali. «Dimissioni autonome» dicono alcuni; «scelta autonoma» spergiurano altri. «Gesto di grande dignità» che va «valutato con attenta ponderazione e accettato» spiega la deputata del Pdl Maria Teresa Armosino. «Questa - aggiunge - è stata nel paese, nel Nord ma nel Lazio e in modo particolare nella regione Piemonte, una vittoria di Silvio Berlusconi. E il voto ha premiato quei territori e quelle coalizioni che hanno espresso candidati e alleanze che non hanno creato problemi e frizioni di sorta con la linea politica che il premier incarna. Ecco perché, nel confermare grande stima nei confronti di un ministro che ci ha presentato un gesto di grande dignità, chiedono che questo sia valutato con attenta ponderazione e accettato. Ma un fedelissimo del premier non ci sta e lo dice a chiare lettere. Gasparri, presidente dei senatori Pdl, spiega che le dimissioni di Fitto «sono un gesto da dirigente responsabile, ma vanno respinte».


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