mercoledì 10 febbraio 2010

Consiglio Regionale: la gazzarra del Centro destra- da www.barilive.it

Siamo usciti dall'Aula del Consiglio regionale, alla una e 30. Non sappiamo cosa sta avvenendo nel momento stesso in cui scriviamo. Ma quello a cui abbiamo assistito ci basta. Più in basso di così, una istituzione regionale non poteva scendere. Una indegna gazzarra.
Questa è stata inscenata dai consiglieri del centrodestra. Ne ricordiamo diversi, soprattutto Ignazio Zullo e Gigi Loperfido. Ma chi si è distinto in particolare per un atto indecoroso, è il consigliere Aldo Aloisi che ha occupato di forza lo scranno della presidenza del Consiglio regionale, sedendosi leteralmente addosso a chi lo stava legittimamente occupando.
Procediamo con ordine. Alle 11,30 si era riunito il Consiglio regionale. All'ordine del giorno la cosiddetta legge “omnibus”. Un articolato composto da 48 articoli che cerca di mettere un minimo di ordine nel sistema sanitario della Puglia, dopo le note vicende che hanno coinvolto Alberto Tedesco e costretto alle dimissioni ben 5 Assessori regionali. Si è tentato di introdurre dei paletti negli accreditamenti del sistema sanitario con norme più rigorose. La questione che ha scatenato la bagarre è quella relativa alle internalizzazzioni. Ossia, nasce una cosiddetta società “in house”, che fa capo alla Regione, che gestisce direttamente vari settori, tra cui le pulizie e la manutenzione ordinaria degli ospedali. Niente più gare d'appalto. A nessun privato saranno affidati appalti. Le ASL avranno una propria società cui affidare un budget.
Il centrodestra ha costretto il Presidente Pepe a sospendere più volte la seduta. Ore ed ore di vuoto. Il consigliere Giammarco Surico ha depositato 530 emendamenti ed altri 200 sono stati presentati dalla maggioranza. Per fotocopiarli, sono stati necessari 51 mila fogli. Una conferenza dei capigruppo avrebbe dovuto impedire la discussione degli emendamenti e ricercare una soluzione che mandasse avanti il provvedimento. Impossibile. Cosa è accaduto nelle segrete stanze? Il centrodestra e, stando ai si dice, in particolare il consigliere Roberto Ruocco, avrebbe un conto in sospeso con Antonio Di Biase, amministratore della “Sanità Service” che finora ha operato nell'area foggiana.
Di Biase deve andarsene. Palese e compagni avrebbero chiesto, al riparo da giornalisti e pubblico, di emendare i commi 1 e 2 dell'articolo 32 della proposta di legge. La società “in house” deve essere guidata da un dipendente ASL. E, guarda il caso, Di Biase non lo è. Il centrosinistra dapprima si è opposto. Poi, ha accettato chiedendo 2 mesi per l'attuazione di questa comma. Troppi, per Palese che, evidentemente, temeva un escamotage per rinviare sine die. “No, tu me lo devi attuare entro 10 giorni, per noi è una pregiudiziale”, avrebbe detto il candidato Presidente del PdL. Oltre a ciò, Palese avrebbe chiesto a Tommaso Fiore, assessore alla Sanità, il ritiro immediato delle norme sull'accreditamento.
In pratica, lo smantellamento della legge. Contrasti insanabili sarebbero sorti anche sulle norme in materia di invalidità civili (“Volete i voti dei disabili”, avrebbe detto qualcuno). Di fronte al no della maggioranza, alle 22,45 Pepe ha riconvocato il Consiglio regionale. Ed ha avuto l'ostruzionismo del centrodestra, in tutti i modi possibili. Interventi ripetuti e prolissi hanno provocato la reazione ferma del Presidente di turno, Mineo. In Aula, un nutrito gruppo di lavoratori precari delle ASL, del settore pulizie e del 118, hanno inscenato una protesta. Vedevano a rischio il proprio posto di lavoro, garantito da una norma della legge. Ad un certo punto, sono saltati I nervi. E' insorto Aldo Aloisi che è salito sul banco della Presidenza sedendosi letteralmente sulla poltrona di Mineo. E lì il fondo è stato toccato.


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