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Mariolina Palumbo
A colloquio con Adriana Poli Bortone, candidata alla presidenza della Regione Puglia per Udc, Mpa e Io Sud.
Puglia, Casini spariglia: da soli con la Poli Bortone… Senatrice ci parli della Sua Regione… un gran caos!!!
Il caos è stato determinato dalla miopia politica di qualcuno, che ha inteso porre veti sulla mia candidatura per motivi di inimicizia personale. Se il centrodestra avesse fatto ricorso alle primarie, come accaduto nel PD, probabilmente oggi il fronte sarebbe compatto e le candidature contrapposte sarebbero solo due, la mia e quella di Vendola.
Da 43 anni sulla scena politica, da Almirante e Fini fino a Casini, ci dica come è cambiata la politica e soprattutto il ruolo dei partiti…
I cambiamenti del panorama politico sono dovuti essenzialmente a due cose: la scelta del bipolarismo e l’altra sul federalismo. Il bipolarismo, in Italia, si è concretizzato in un mero bipartitismo, sul quale evidentemente io non sono d’accordo e del quale altrettanto evidentemente una buona parte degli italiani non sono soddisfatti: altrimenti non si spiegherebbero i numeri in crescita degli indecisi da una parte, e dei partiti minori dall’altra, con conseguente passaggio di chi non si ritiene soddisfatto dagli attuali schieramenti da una parte all’altra. Il federalismo ha fatto il resto: si è preteso di attuare solo il federalismo fiscale, lasciando fuori da ogni discorso legislativo la possibilità di una vera attuazione del federalismo su più piani; questa scelta ha comportato la nascita di partiti a base territoriale, politica ma non partitica, come per l’appunto è Io Sud e come è MPA, con il quale abbiamo concluso l’accordo pochi giorni addietro.
C’è grande disaffezione verso la politica nella gente, nel cittadino: Lei, come pensa di porsi, ci dica in pillole il Suo programma!?
Le dirò… i punti del programma che ritengo fondamentali. Interventi nel mondo del lavoro, innanzi tutto, creando nuove opportunità concrete, con la creazione del CREL, il Consiglio regionale del Lavoro, destinato a creare un collegamento fisso tra mondo della scuola, dell’Università, della formazione e del lavoro (compresi i Sindacati, le confederazioni di industriali, artigiani etc etc), per evitare che si continuino a formare figure professionali senza possibilità di sbocco; detassazione per chi decide di investire in Puglia; diminuzione delle tasse per la Grande Distribuzione che predilige in percentuale costante la collocazione dei nostri prodotti regionali; interventi a favore dell’agricoltura, a partire dalla necessità di garantire l’utilizzo gratuito dell’acqua per gli agricoltori. Nel campo della sanità, che attualmente è il piu’ disastrato, è necessario innanzitutto monitorare lo stato della spesa e agire sulla prevenzione, e occorre governare la formazione della domanda di prestazioni attraverso il coinvolgimento efficace della categoria dei Medici prescrittori, che troppo spesso rinunciano alla diagnosi clinica ricorrendo esclusivamente ad indagini strumentali, costose per le casse pubbliche e molto spesso inutili (ed inutilmente invasive) per il paziente. Altro problema gravissimo della sanità riguarda la carenza di personale: la giunta di centro destra (2000-2005) con i “tagli al personale” ed il successivo “blocco delle assunzioni” ha portato al sottodimensionamento delle risorse professionali, con riflessi sull’organizzazione dei servizi; inoltre, le improvvise chiusure di ospedali e trasformazione degli stessi in daysurgery, ha determinato incrementi di spesa e depotenziamento dei servizi sul territorio. Oggi è necessario l’adeguamento e la riorganizzazione della rete ospedaliera, ineludibile processo per il contenimento della spesa sanitaria, perché attualmente su un numero di posti notevolmente diminuito con i tagli, gravano le spese generali di un intero sistema ospedaliero. A proposito di ques’ultimo punto, poi, è necessaria la rimodulazione delle convenzioni con strutture private tendente a ridurre le convenzioni per patologie acute e ad aumentare quelle per la riabilitazione e la lungodegenza. Solo cosi’ infatti è possibile contenere i costi ed attuare una vera politica sociale finalizzata anche ad aiutare le famiglie che hanno la sfortuna di ospitare malati cronici.
Senatrice, dicono che la Sua discesa in campo favorisca Vendola, è così?
Chi lo dice poteva pensarci a tempo debito, se la ritiene una minaccia reale, lavorando per unire anziché per dividere. Fatto sta che, come ho ripetuto più volte, io sono scesa in campo per vincere, con il mio Movimento e con la coalizione che mi appoggia, e non sono scesa in campo per andare contro qualcuno.
Vorrei spiegasse ai lettori del “benecomune”, il fenomeno Vendola! Comunque una forte personalità, non trova?
Vendola è innanzitutto un personaggio, prima ancora che una personalità, e molto lo deve alla sbagliatissima campagna denigratoria che qualche parvenu culturale provò ad attuare contro di lui nel 2005; il resto lo deve invece alle primarie di quest’anno: il PD non aveva compresa la potenzialità dirompente di una sua vittoria, che gli ha consentito – tra l’altro - per 10 giorni consecutivi di rimbalzare sui media nazionali.
E del Ministro Fitto, che ci dice?
Non risponderò come fa lui ultimamente (ma solo ultimamente, visto che sino a poco tempo fa invece mi rincorreva per cercare un accordo), e cioè “no-comment”; risponderò invece che deve ancora spiegare agli elettori di centro-destra perché non si è messo in gioco personalmente per guidare una coalizione che potesse contrastare Vendola, ed ha preferito invece mandare avanti il suo fiduciario. E dico che se nel 2005 lui personalmente ha perso contro Vendola, non si capisce come pensa oggi di far vincere un suo uomo.
Come lo vede il Sud in questo momento? Quali le priorità…
Le priorità sono quelle che abbiamo individuato nel programma, naturalmente. Posso aggiungere solo che la difesa del territorio, che va dalla riconversione dei siti industriali abbandonati al no deciso al nucleare è cosa imprescindibile anche dalla crescita economica.
Il 14 febbraio di un anno fa, Lei fonda il Movimento “Io Sud”, ce ne parli…
Si, e domenica scorsa abbiamo festeggiato con amici e sostenitori all’Hotel Sheraton di Bari. E’ stato un bel momento, per ricordare quello che in appena un anno è stato fatto: tanto, nonostante quello che dicono i detrattori. Tantissimo, anzi, se si pensa che non abbiamo nulla da offrire in cambio – né posti di lavoro né danaro né incarichi istituzionali – ma solo buoni progetti per la ripresa della nostra terra.
Precariato, disoccupazione, nuove povertà… cosa resta da sperare ai nostri giovani? Cosa possiamo loro offrire in breve tempo?
Il CREL, di cui le parlavo prima, è uno strumento concreto per studiare in quali settori del mondo del lavoro esistono realmente possibilità di collocazione. E’ inutile continuare a formare avvocati e dottori commercialisti, che poi finiscono a fare i precari in qualche call center; meglio recuperare i lavori legati alla nostra tradizione, o quelli indicati dalle confederazioni di industriali, artigiani, agricoltori e commercianti, ai quali spesso mancano figure professionali specifiche; o quelli legati al turismo, sapendo però avere una visione “allargata” del turismo, che non è solo quello legato al mare o alla Notte della Taranta, ma è quello termale, religioso, sportivo, congressuale…
Senatrice Poli Bortone, dicono che Lei abbia un asso nella manica, “Donne protagoniste”, di che si tratta?
Io nelle donne in politica ho sempre creduto, e soprattutto ho sempre ritenuto che le “quote rosa” fossero umilianti per chi le propone e per chi le occupa. Non parliamo poi di cosa penso di candidature che si rifanno piu’ a criteri estetici che non di contenuto, non aggiungerei nulla di piu’ a quanto sostengono tutti – salvo poi fare scelte che vanno proprio nel senso dell’apparenza e mortificano l’essere, per dirla alla Erich Fromm. “Donne protagoniste” già nella loro autopresentazione (“né femmine né femministe, solo donne protagoniste”) racchiudono quello che ritengo essere il giusto concetto di partecipazione delle donne alla scena politica. L’accordo con loro, dunque, prima ancora che un asso nella manica, è la dimostrazione che Io Sud è davvero aperto alla partecipazione attiva delle donne, e che non ha paura di farle competere ad armi pari con gli altri candidati. Una paura che invece appare evidente negli altri schieramenti, e mi spiace dirlo, soprattutto nel centro destra. Una paura che probabilmente proprio io, con la mia storia politica, ho contribuito a rafforzare.
A colloquio con Adriana Poli Bortone, candidata alla presidenza della Regione Puglia per Udc, Mpa e Io Sud.
Puglia, Casini spariglia: da soli con la Poli Bortone… Senatrice ci parli della Sua Regione… un gran caos!!!
Il caos è stato determinato dalla miopia politica di qualcuno, che ha inteso porre veti sulla mia candidatura per motivi di inimicizia personale. Se il centrodestra avesse fatto ricorso alle primarie, come accaduto nel PD, probabilmente oggi il fronte sarebbe compatto e le candidature contrapposte sarebbero solo due, la mia e quella di Vendola.
Da 43 anni sulla scena politica, da Almirante e Fini fino a Casini, ci dica come è cambiata la politica e soprattutto il ruolo dei partiti…
I cambiamenti del panorama politico sono dovuti essenzialmente a due cose: la scelta del bipolarismo e l’altra sul federalismo. Il bipolarismo, in Italia, si è concretizzato in un mero bipartitismo, sul quale evidentemente io non sono d’accordo e del quale altrettanto evidentemente una buona parte degli italiani non sono soddisfatti: altrimenti non si spiegherebbero i numeri in crescita degli indecisi da una parte, e dei partiti minori dall’altra, con conseguente passaggio di chi non si ritiene soddisfatto dagli attuali schieramenti da una parte all’altra. Il federalismo ha fatto il resto: si è preteso di attuare solo il federalismo fiscale, lasciando fuori da ogni discorso legislativo la possibilità di una vera attuazione del federalismo su più piani; questa scelta ha comportato la nascita di partiti a base territoriale, politica ma non partitica, come per l’appunto è Io Sud e come è MPA, con il quale abbiamo concluso l’accordo pochi giorni addietro.
C’è grande disaffezione verso la politica nella gente, nel cittadino: Lei, come pensa di porsi, ci dica in pillole il Suo programma!?
Le dirò… i punti del programma che ritengo fondamentali. Interventi nel mondo del lavoro, innanzi tutto, creando nuove opportunità concrete, con la creazione del CREL, il Consiglio regionale del Lavoro, destinato a creare un collegamento fisso tra mondo della scuola, dell’Università, della formazione e del lavoro (compresi i Sindacati, le confederazioni di industriali, artigiani etc etc), per evitare che si continuino a formare figure professionali senza possibilità di sbocco; detassazione per chi decide di investire in Puglia; diminuzione delle tasse per la Grande Distribuzione che predilige in percentuale costante la collocazione dei nostri prodotti regionali; interventi a favore dell’agricoltura, a partire dalla necessità di garantire l’utilizzo gratuito dell’acqua per gli agricoltori. Nel campo della sanità, che attualmente è il piu’ disastrato, è necessario innanzitutto monitorare lo stato della spesa e agire sulla prevenzione, e occorre governare la formazione della domanda di prestazioni attraverso il coinvolgimento efficace della categoria dei Medici prescrittori, che troppo spesso rinunciano alla diagnosi clinica ricorrendo esclusivamente ad indagini strumentali, costose per le casse pubbliche e molto spesso inutili (ed inutilmente invasive) per il paziente. Altro problema gravissimo della sanità riguarda la carenza di personale: la giunta di centro destra (2000-2005) con i “tagli al personale” ed il successivo “blocco delle assunzioni” ha portato al sottodimensionamento delle risorse professionali, con riflessi sull’organizzazione dei servizi; inoltre, le improvvise chiusure di ospedali e trasformazione degli stessi in daysurgery, ha determinato incrementi di spesa e depotenziamento dei servizi sul territorio. Oggi è necessario l’adeguamento e la riorganizzazione della rete ospedaliera, ineludibile processo per il contenimento della spesa sanitaria, perché attualmente su un numero di posti notevolmente diminuito con i tagli, gravano le spese generali di un intero sistema ospedaliero. A proposito di ques’ultimo punto, poi, è necessaria la rimodulazione delle convenzioni con strutture private tendente a ridurre le convenzioni per patologie acute e ad aumentare quelle per la riabilitazione e la lungodegenza. Solo cosi’ infatti è possibile contenere i costi ed attuare una vera politica sociale finalizzata anche ad aiutare le famiglie che hanno la sfortuna di ospitare malati cronici.
Senatrice, dicono che la Sua discesa in campo favorisca Vendola, è così?
Chi lo dice poteva pensarci a tempo debito, se la ritiene una minaccia reale, lavorando per unire anziché per dividere. Fatto sta che, come ho ripetuto più volte, io sono scesa in campo per vincere, con il mio Movimento e con la coalizione che mi appoggia, e non sono scesa in campo per andare contro qualcuno.
Vorrei spiegasse ai lettori del “benecomune”, il fenomeno Vendola! Comunque una forte personalità, non trova?
Vendola è innanzitutto un personaggio, prima ancora che una personalità, e molto lo deve alla sbagliatissima campagna denigratoria che qualche parvenu culturale provò ad attuare contro di lui nel 2005; il resto lo deve invece alle primarie di quest’anno: il PD non aveva compresa la potenzialità dirompente di una sua vittoria, che gli ha consentito – tra l’altro - per 10 giorni consecutivi di rimbalzare sui media nazionali.
E del Ministro Fitto, che ci dice?
Non risponderò come fa lui ultimamente (ma solo ultimamente, visto che sino a poco tempo fa invece mi rincorreva per cercare un accordo), e cioè “no-comment”; risponderò invece che deve ancora spiegare agli elettori di centro-destra perché non si è messo in gioco personalmente per guidare una coalizione che potesse contrastare Vendola, ed ha preferito invece mandare avanti il suo fiduciario. E dico che se nel 2005 lui personalmente ha perso contro Vendola, non si capisce come pensa oggi di far vincere un suo uomo.
Come lo vede il Sud in questo momento? Quali le priorità…
Le priorità sono quelle che abbiamo individuato nel programma, naturalmente. Posso aggiungere solo che la difesa del territorio, che va dalla riconversione dei siti industriali abbandonati al no deciso al nucleare è cosa imprescindibile anche dalla crescita economica.
Il 14 febbraio di un anno fa, Lei fonda il Movimento “Io Sud”, ce ne parli…
Si, e domenica scorsa abbiamo festeggiato con amici e sostenitori all’Hotel Sheraton di Bari. E’ stato un bel momento, per ricordare quello che in appena un anno è stato fatto: tanto, nonostante quello che dicono i detrattori. Tantissimo, anzi, se si pensa che non abbiamo nulla da offrire in cambio – né posti di lavoro né danaro né incarichi istituzionali – ma solo buoni progetti per la ripresa della nostra terra.
Precariato, disoccupazione, nuove povertà… cosa resta da sperare ai nostri giovani? Cosa possiamo loro offrire in breve tempo?
Il CREL, di cui le parlavo prima, è uno strumento concreto per studiare in quali settori del mondo del lavoro esistono realmente possibilità di collocazione. E’ inutile continuare a formare avvocati e dottori commercialisti, che poi finiscono a fare i precari in qualche call center; meglio recuperare i lavori legati alla nostra tradizione, o quelli indicati dalle confederazioni di industriali, artigiani, agricoltori e commercianti, ai quali spesso mancano figure professionali specifiche; o quelli legati al turismo, sapendo però avere una visione “allargata” del turismo, che non è solo quello legato al mare o alla Notte della Taranta, ma è quello termale, religioso, sportivo, congressuale…
Senatrice Poli Bortone, dicono che Lei abbia un asso nella manica, “Donne protagoniste”, di che si tratta?
Io nelle donne in politica ho sempre creduto, e soprattutto ho sempre ritenuto che le “quote rosa” fossero umilianti per chi le propone e per chi le occupa. Non parliamo poi di cosa penso di candidature che si rifanno piu’ a criteri estetici che non di contenuto, non aggiungerei nulla di piu’ a quanto sostengono tutti – salvo poi fare scelte che vanno proprio nel senso dell’apparenza e mortificano l’essere, per dirla alla Erich Fromm. “Donne protagoniste” già nella loro autopresentazione (“né femmine né femministe, solo donne protagoniste”) racchiudono quello che ritengo essere il giusto concetto di partecipazione delle donne alla scena politica. L’accordo con loro, dunque, prima ancora che un asso nella manica, è la dimostrazione che Io Sud è davvero aperto alla partecipazione attiva delle donne, e che non ha paura di farle competere ad armi pari con gli altri candidati. Una paura che invece appare evidente negli altri schieramenti, e mi spiace dirlo, soprattutto nel centro destra. Una paura che probabilmente proprio io, con la mia storia politica, ho contribuito a rafforzare.
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