
ma anche con il presente: la Fabbrica di Nichi sembra la sintesi in divenire per un nuovo modo di fare politica che in un certo senso si ispira e si affranca dal berlusconismo deteriore dell'esserci senza poter contare.
A Nichi non servono folle osannanti ma persone pensanti. Le fabbriche le aggregano, le stimolano, le interrogano. Il pensiero liquido di Bauman deve essere in un certo senso incanalato per produrre idee. La partecipazione politica esce dal santuario-partito e tenta di riversarsi sul globale frastagliato e onnipresente dei social network di ultima e ultimissima generazione.
La rete coordina, informa, coagula ma poi c'è il momento della fisicità del comizio, del discorso, del palco e del pubblico. L'unica che potrebbe riuscire in un certo senso a rispondergli e a proporsi efficacemente come antagonista è Adriana Poli Bortone, non a caso disprezzata, irrisa, esclusa e contrastata proprio dai suoi ex amici del PDL, oggi del tutto afasici e incapaci di proporre nulla che sia lontanamente paragonabile a quello che ha messo in piedi l'organizzazione multitasking di Nichi Vendola.
E ci sarà l'intera coalizione in Fiera (Spazio 7), a partire dalle 17, a concretizzare la sfida per la riconferma di Nichi alla Regione. Una sfida inziiata contro tutti i presagi e le contrarietà e che ha ridotto alla ragione un PD sbandato, confuso, perduto dietro la grandeur strategica e perdente di Massimo D'Alema, che stava al solito inseguendo grandi disegni nazionali rischiando di perdere la sfida più grande, che oggi, appunto, si corre e si deve vincere in Puglia.
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