Se volessimo essere buoni potremmo commentare le dimissioni del ministro Fitto dicendo che è il gesto di chi vuole assumersi le proprie responsabilità; se invece volessimo dare un più freddo
giudizio politico dovremmo dire che questa sembra la abile mossa di chi prova ad anticipare una richiesta che gli sarebbe comunque arrivata di qui a poche ore". È l'opinione della senatrice Adriana Poli Bortone.
"Dimettersi per Fitto – spiega Poli Bortone – era il minimo che potesse fare di fronte alla terza sconfitta consecutiva: ha perso le regionali del 2005, ha perso le amministrative dello scorso anno, quando il centrodestra si è visto battere nei Comuni di Bari, Foggia e Taranto e nelle Province di Brindisi e Taranto, e ha perso oggi volendo imporre a tutti i costi il proprio pupillo sacrificando la causa di una alleanza politica con Udc e Io Sud, l'unica in grado di battere Vendola".
"Le dimissioni di Fitto tuttavia – aggiunge la presidente nazionale di Io Sud – non sono sufficienti: dovrebbe seguire il suo esempio tutta la classe dirigente del Pdl, a partire dai 13 ex An firmatari della lettera contro di me, i quali sono corresponsabili della scelta del ministro di fare a meno di una parte rilevante dell'area moderata di questa regione".
"Non si può escludere – conclude Poli Bortone – che le dimissioni siano oggi soltanto un atto di facciata, firmato con la segreta speranza che il presidente Berlusconi le respingerà: visto dall'esterno del Pdl, non sarebbe affatto un bel segnale, in un momento in cui è chiaro che c'è bisogno di rifondare i presupposti sui quali si fonda l'alternativa a Vendola".
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