
Vendola a Bari: “La Puglia migliore oggi per un’Italia migliore domani”
Nichi Vendola chiude a Bari, in piazza Libertà, il suo tour elettorale, tra le battute comiche di Antonio Stornaiolo ed Emilio Solfrizzi, i mitici “Toti e Tata”, e l’abbraccio con Michele Emiliano, a conclusione ideale di un cammino che, nell’autunno scorso, rischiava di vederli contrapposti in una sfida fratricida. Ancora una volta, il candidato del centrosinistra ha ripercorso i cinque anni del suo governo, guardando alla prospettiva della “Puglia deprecarizzata”. Accuse dure contro “quel feudatario cattivo e venale che è Raffaele Fitto”, per continuare a vedere un “film bellissimo”, di cui si è guardato solo “il primo tempo”. Cita il Vangelo di Luca e la parabola del buon Samaritano, affermando che “noi dobbiamo prenderci cura delle persone, dare vino e olio a chi non ha niente”.
Poi attacca la destra sulle cifre: “Con loro al governo a pagare il ticket era il 100% dei pugliesi, con noi il 12%. Le destre hanno aumentato l’addizionale Irpef per 3 anni, noi l’abbiamo aumentata per 2 anni, solo che loro l’hanno aumentata a tutti i pugliesi, noi solo a chi dichiarava redditi dai 28mila euro in su. Il debito in Sanità ce lo avevano pure loro, solo che lo hanno nascosto, sottoscrivendo un mutuo da 850 milioni che hanno pensato bene di far pagare alle generazioni future”. E anche sulla questione morale, Vendola ribadisce la sua differenza rispetto al ministro Fitto. Un appello, infine, per la Puglia migliore, per “costruire l’Italia migliore domani”.
Palese a Foggia: “5 miliardi di investimenti e 100mila posti di lavoro”
Foggia come ago della bilancia della competizione elettorale: Rocco Palese, evidentemente lo sa, memore del 2005, e sceglie la Capitanata come tappa della sua chiusura, insieme al suo vice in pectore, Nicola De Bartalomeo. Il candidato del centrodestra torna ad attaccare le filastrocche e le poesie, bilanciandole con i fatti, ossia “tasse, disoccupazione, scelte clientelari, malasanità”: “Il malgoverno di Vendola è questo: ha saputo trasformare la Puglia in questi cinque anni, in una regione fragile e a rischio bancarotta”.
Palese ha esternato la propria preoccupazione per lo sforamento del patto di stabilità, rilanciando un accordo sullo sviluppo, che possa creare le condizioni per avere nel prossimo quinquennio “centomila nuovi posti di lavoro”: “Con Nicola De Bartolomeo che rappresenta la vera novità politica di questa campagna elettorale . ha affermato Palese -, metteremo subito in moto la macchina dello sviluppo, investendo 5 miliardi di euro nelle opere pubbliche”. Il candidato del centrodestra ribadisce di aver siglato un patto coi pugliesi che prevede attenzione alla scuola, alla casa, al lavoro, all’azzeramento delle tasse, delle liste d’attesa, degli sprechi. A Maglie, invece, ha concluso la campagna elettorale, il ministro Fitto, evidenziando che Vendola ha basato il suo governo su debiti e tasse.
Adriana Poli Bortone a Brindisi: appello alle giovani generazioni
Sceglie il territorio che l’ha prima sostenuta e che poi ha creato il dissenso intorno ad alcune candidature del suo schieramento, Adriana Poli Bortone, per chiudere la sua campagna elettorale: il brindisino è il teatro dell’ultimo appello della senatrice per il voto di domenica e lunedì. La Poli ha criticato la “credibilità di Palese”, che “parla solo alla fine della campagna elettorale, di attenzione al Mezzogiorno, dimenticando che il suo ministro non ha salvaguardato gli interessi della propria regione”. Accuse anche a Vendola e alla sua gestione “fallimentare” della sanità.
Ma il passaggio principale dei suoi interventi è sull’attenzione alle politiche giovanili: “Né il centrodestra, né il centrosinistra - ha dichiarato la Poli - hanno fatto alcunché di concreto per i giovani. Negli ultimi cinque anni coi ‘Bollenti Spiriti’ e ‘Ritorno al futuro’ si è fatta molta suggestione, molta illusione: si è obbligato i giovani con un contratto etico a tornare in Puglia dopo un periodo di formazione al nord o all’estero, ma una volta tornati qui non hanno trovato nulla ad attenderli. E in questo contratto, di etico non c'è niente, se l'impegno è unilaterale”. Per questo, la senatrice ha invitato i giovani a “non piegare la testa davanti ai potenti e agli arroganti” ed essere “fieri della vostra terra e della vostra storia”: “Serve una rivoluzione culturale – ha dichiarato -, una rivoluzione giovanile. Siate orgogliosamente come me: terroni e meridionali”.
Rizzi sui luoghi del precariato: una chiusura contro tendenza
In controtendenza, come tutta la sua campagna elettorale, sui temi e sui modi. Michele Rizzi non sceglie le luci della ribalta o le chiusure in pompa magna, con appelli al voto roboanti: nessuna manifestazione come previsto originariamente in piazza Diaz a Bari, per chiudere questa esperienza di alternativa alle candidature più note, ma un giro tra i luoghi della precarietà, tra i lavoratori dei call center a 2,50 euro all’ora, tra i lavoratori delle cooperative sociali, tra i lavoratori cassintegrati della zona industriale del capoluogo pugliese.
Una decisione, che rispecchia in maniera coerente i temi della sua campagna elettorale, definitiva di “testimonianza” sui fili scoperti del lavoro, della precarietà, della disoccupazione imperante, che ha flagellato anche la Puglia. Una presa di posizione, nata soprattutto in ossequio al dramma di un operaio di Ginosa, in provincia di Taranto, che si è suicidato due sere fa, per il timore di perdere il posto di lavoro, e nel rispetto dei familiari dell’uomo. “Preferisco raccontare un mondo che chiede giustizia sociale e un’alternativa reale – ha dichiarato Rizzi - alle coalizioni borghesi in campo che tutelano esclusivamente gli interessi del ricco padronato che si arricchisce di soldi pubblici regalati tanto da Fitto che da Vendola e che poi precarizzano sempre di più”.
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