giovedì 11 febbraio 2010

NUCLEARE IN PUGLIA: LA POLITICA REGIONALE SI DIVIDE - da www.lecceprima.it


A Roma si discute della localizzazione degli impianti nucleari e in Puglia scoppia la polemica. Rocco Palese: “Favorevole al nucleare, ma non in Puglia”. Poli: “In quel che dici qualcosa non torna"

BARI - Nucleare sì, nucleare no in Puglia. A Roma si decidono i criteri della localizzazione degli impianti nucleari sul suolo nazionale e nella politica locale torna ad infiammarsi il dibattito. Non si sa se Rocco Palese, candidato del centrodestra alla Regione, abbia letto il sondaggio lanciato da LeccePrima sul tema, ma le sue ultime dichiarazioni, tese a chiarire il proprio pensiero in materia, si potrebbero riassumere con la prima proposta contenuta nella terna d’ipotesi: “Sono a favore dell’energia nucleare, ma non in Puglia”.

E in effetti il candidato del Pdl si dichiara “favorevole al ritorno dell’Italia al nucleare”, ma allo stesso tempo dice “no ad una centrale e ad eventuali parchi tecnologici di stoccaggio di rifiuti radioattivi in Puglia”. Palese, dunque, a commento dell’approvazione mattutina da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto Legislativo che individua i criteri per la localizzazione di impianti nucleari in Italia, in una nota ufficiale, sostiene il nucleare, ma allo stesso tempo afferma che la Puglia “già contribuisce in modo notevole alla produzione di energia e al fabbisogno energetico nazionale con centrali elettriche a Brindisi e Taranto”, per cui “non vi è quindi motivo né possibilità di realizzare una centrale nucleare in Puglia”.

“Per noi – sostiene Palese – vale comunque quanto più volte detto dal Presidente Berlusconi anche nella sua visita a Bari del 31 maggio scorso e poi ribadito dal ministro Scajola all’inaugurazione della Fiera del Levante: il Governo non imporrà centrali a nessuna Regione”. Palese, dunque, ribadisce il proprio “No ad una centrale nucleare” sul territorio ed afferma: “Ci auguriamo che con questo finisca la populistica e demagogica polemica di chi vorrebbe che la nostra posizione fosse equivoca, imbarazzata, poco chiara”.

E a dar forza a quanto affermato da Palese, interviene Saverio Congedo, che sottolinea: “Le dichiarazioni di Rocco Palese che escludono categoricamente ogni ipotesi di realizzazione di centrali nucleari in Puglia, fanno definitivamente giustizia dell’immancabile mistificazione di una sinistra alla ricerca disperata di diversivi che le consentano di sottrarsi alla resa dei conti con il Popolo pugliese sul fallimento totale della sua esperienza di governo alla Regione”.
“Aggiungo – prosegue - che si tratta di una presa di posizione molto affidabile proveniente da una persona seria e competente che da posizioni di governo saprà difendere gli interessi della nostra Regione molto più delle filastrocche di un signore che di tutto è solito occuparsi tranne che delle questioni dei Pugliesi, tant’è che in questi anni si è illustrato ai tavoli romani per la sistematica latitanza o comunque per un’ imbarazzante scena muta. Comunque i Pugliesi stiano tranquilli: ol nucleare in Puglia è soltanto una filastrocca andata a male”.

E, restando in tema di ambiente, Congedo chiede a Vendola che si faccia garante del coinvolgimento del Salento su Cerano, rompendo quel “silenzio assordante” del presidente regionale dinanzi alla questione.

Ma sul nucleare e sulle scelte del governo nazionali in materia, le reazioni sono molto varie. Loredana Capone ribadisce che il centrosinistra in Puglia non vuole né “centrali nucleari” né “depositi di scorie”: “Per questo – afferma la vicepresidente regionale -, come già annunciato dal Presidente Vendola, alziamo le barricate contro l’ennesima scelta nemica del Sud. Nonostante l’impegno a coinvolgere le Regioni, il Consiglio dei Ministri si è riunito per decidere i criteri per la localizzazione delle centrali nucleari senza coinvolgere le Regioni interessate”.

“Il nostro no, decretato dalla Legge n. 30 il 4 Dicembre 2009 – prosegue la Capone -, è ribadito con più forza ancora oggi e fino a quando il Governo non si deciderà a tenere conto della volontà della Puglia, perché crediamo che espropriare le Regioni e i territori del potere decisionale sul proprio futuro sia contro il tanto proclamato Federalismo. È bene ricordare che quel no è stato pronunciato, in Consiglio Regionale, all'unanimità, dunque anche con i voti della destra di Fitto. A quanto pare, però, a Roma questo non importa”.

La Capone evidenzia come sulla testa dei pugliesi resti “la minaccia della scelta della lobby del nucleare che punterebbe sulla Puglia, perché ha una bassissima sismicità e delle caratteristiche morfologiche ideali”: “Evidentemente – chiarisce - non si è ancora capito che la Puglia è la regione delle energie rinnovabili ed è uno dei principali produttori di energia elettrica d'Italia, di cui l'87% è al servizio del Paese. Produttori di energia si, ma eolica e solare fotovoltaica. Questa è la strada che abbiamo intrapreso e che intendiamo proseguire”.

Per la vicepresidente, la Puglia avrebbe già pagato troppo alto il prezzo degli effetti negativi sulla salute dei cittadini e sull’ambiente della centrale a carbone di Cerano e della diossina che per anni è uscita, senza regola e controlli, dai camini dell’Ilva di Taranto: “Attendiamo ora – conclude - la pronuncia della Corte Costituzionale sui ricorsi che la Puglia, insieme ad altre dieci regioni d’Italia hanno presentato contro il Governo. Noi abbiamo cambiato rotta e nessuno ci farà tornare indietro nel tempo”.

Adriana Poli Bortone, candidato del Terzo Polo, ribadisce quanto più volte dichiarato nei giorni e nei mesi scorsi: “Sono contraria alla costruzione di centrali nucleari in Puglia. Alla luce di quanto dichiarano esponenti del governo quest’oggi c’è qualcosa che non torna: da un lato si afferma che saranno tenute in considerazione le istituzioni locali interessate e le popolazioni, dall'altro si fa finta di non vedere che al provvedimento varato oggi manca il parere della Conferenza unificata”.

“Allo stesso modo - aggiunge la presidente nazionale del movimento ‘Io Sud’ – c’è qualcosa che non torna nelle dichiarazioni e negli atti di Rocco Palese e del ministro Raffaele Fitto. Nei giorni precedenti l'approvazione della legge regionale pugliese sul ‘no’ al nucleare, Palese sostenne di aver ‘blindato’ il testo portato in commissione dal centrosinistra per evitare che la norma fosse ‘costituzionalmente vulnerabile’. Anzi, la additò perfino come esempio per altre regioni che, secondo lui, avrebbero potuto ‘mutuarla’”.

“La legge che, sempre secondo Palese, avrebbe dovuto sancire la ‘linea già adottata dal governo Berlusconi’ - incalza la senatrice - viene clamorosamente impugnata da quel governo: come dire che il ministro Fitto smentisce il lavoro di cesello sul testo della norma, di cui tanto si era vantato Palese. Peraltro, già la scorsa settimana «il ministro aveva deriso leggi come quella ‘blindata’ da Palese, sostenendo che hanno ‘solo un fine di agitazione e propaganda, ma sono in netto contrasto con la Costituzione’. Tanto dovrebbe bastare a Palese per ammettere questo ennesimo fallimento”.

Ma la Poli non risparmia critiche nemmeno al presidente uscente, Nichi Vendola, in quanto starebbe dimostrando di essere “un pacifista anomalo invocando l'intervento dell'esercito se si dovesse insediare il nucleare”: “La verità – afferma - è che in anni di governo la sua maggioranza, con una strana quiescenza da parte dell’opposizione del Pdl, non ha mai dato il via agli organismi istituzionali partecipativi, quali il Consiglio delle autonomie, pure previsto dallo Statuto regionale, che sarebbe stato il luogo istituzionale nel quale far emergere con forza l'espressione di volontà del territorio, soprattutto sulle scelte strategiche. Vendola avrebbe fatto bene a essere più attivamente presente nelle Conferenze Stato-Regione, nelle quali ha brillato per inconsistenza; Palese farebbe bene a chiedere al ministro Fitto come mai non ha convocato la Conferenza Unificata prima di varare un provvedimento strategico di questa portata, in una materia di legislazione concorrente”.

Nel dibattito sul nucleare intervengono anche il Movimento giovanile del Mezzogiorno dell’Udc e
UdC e Coldiretti Giovani, che sostengono come “Il ‘no’ ideologico sia deleterio”, rilanciando “un approccio scientifico ma anche rispetto per il territorio” nella questione. Il responsabile nazionale dei giovani UdC del Mezzogiorno, Sergio Adamo afferma: “Tengo innanzitutto a precisare che il ‘no’ senza se e senza ma, il ‘no’ a priori, il ‘no’ ideologico non fa parte della cultura socio-politica dell’Unione di Centro. I tempi moderni impongo riflessioni e valutazioni mirate e attente su questioni disparate tra le quali emerge anche quella del ritorno al nucleare in Italia. Ciò che, a nostro avviso, appare prioritario in questo periodo storico è assumere un atteggiamento innovativo, un approccio scientifico dinanzi a tale questione che garantirebbe una solida autonomia energetica al nostro Paese e che in molte altre realtà europee a noi non così distanti funziona ormai da anni senza problemi di sorta”.

Per Adamo, serve una campagna di informazione seria ed efficace al fine di spiegare ai cittadini cosa si intende per ‘nucleare’ e allo stesso tempo valutare dettagliatamente l’impatto ambientale di tali localizzazioni nel rispetto per gli abitanti e per i paesaggi: “La Puglia – asserisce - vanta innumerevoli scenari che la proiettano ai primi posti nelle classifiche nazionali e internazionali relative all’appeal turistico, pertanto rilevante si dimostra ascoltare gli enti locali, le associazioni di categoria ma soprattutto i cittadini del Mezzogiorno d’Italia. Ribadiamo che a nulla porta un preconcetto ‘no’ improduttivo e scarno sotto il profilo delle valutazioni e delle motivazioni ma ci sembra doveroso, da parte del governo nazionale, assumere un atteggiamento razionale e effettuare un’attenta analisi di tutti gli aspetti sociali, ambientali e turistici affinché il nostro Sud non diventi un’infelice oasi di centrali e scorie radioattive”.

A sostegno di tali idee anche il presidente Coldiretti Giovani – Impresa Donato Fanelli: “Ribadendo l’intesa totale con le idee esternate da Sergio Adamo, sosteniamo che oggi serve puntare molto sulle energie alternative che bene si confanno con il nostro territorio e che rappresentano la sfida energetica dell’immediato futuro”.


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