informazione unilaterale. E’ cominciato così il saluto di Vendola alla città di Lecce a chiusura della campagna elettorale. Un’ora di monologo interrotto solo dagli applausi e dalle urla di incitazioni e consenso dei centinaia di partecipanti. Si è detto orgoglioso della Puglia che si è svegliata da decenni di torpore e del popolo pugliese che si è rimpossessato della coscienza dei diritti. Uno degli obiettivi, per il presidente uscente, nella scorsa legislatura è stato la lotta alla mercificazione dell’ambiente e delle persone, ma tanto ancora c’è da fare. E’ inaccettabile, ha ribadito Vendola, dover sottostare al ricatto occupazionale attraverso la nascita di opere di deturpazione e di inquinamento del nostro territorio. E’ inaccettabile la privatizzazione e la mercificazione dell’acqua, elemento naturale e di proprietà comune. E’ inaccettabile violare la bellezza dei nostri paesaggi perché non ci appartengono e perché abbiamo il dovere di tramandarli integri ai nostri successori. Le energie alternative sono la grande sfida, la cui produzione pone il problema dell’occupazione di aree coltivabili, per ovviare Vendola propone i pannelli fotovoltaici come arredo urbano nelle città, propone la costruzione in parte già avvenuta di discariche per il compostaggio ed il riciclo dei rifiuti e propone la ribellione alla precarietà dell’ambiente come a quello umano. L’inizio della stabilizzazione di centinaia di lavoratori Asl ha dato un senso concreto ai passati cinque anni di legislatura, come ha dato un senso la lotta per i diritti dei disabili. Portare una regione in passato relegata e abbandonata a sentirsi de-precarizzata dalle politiche imperanti del malgoverno centrale sarebbe una bella risposta anche per il ministro di questa regione poco disposto a liberarla dall’oppressione in cui era caduta durante il governo di destra. Ancora una volta il candidato per il PD alla regione Puglia ha toccato temi spinosi per la Puglia: l’inquinamento, la disoccupazione, la precarietà e la disabilità, battaglie già cominciate e in parte risolte ma che intende portare avanti per i prossimi cinque anni di legislatura.
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